Magazine Alternativa A Numero 4
Anno 2023
Les soins palliatifs au centre
28 Febbraio 2024

Quando non è più possibile aggiungere giorni alla vita, diviene imperativo aggiungere vita ai giorni

Nell’ambito della Giornata Mondiale delle Cure Palliative, sabato 7 ottobre, il Dipartimento di Medicina Palliativa del Centre Hospitalier du Valais Romand (CHVR) ha organizzato, presso la Salle communale di Martigny, Pallium – les soins palliatifs au centre, una giornata di informazione e dibattitoche si colloca nella rassegna autunnale del progetto Interreg Pallium Prendersi cura e migliorare la qualità di vita dei pazienti terminali e dei loro familiari di cui l’ Hôpital du Valais è capofila per la parte Svizzera.

Finanziato dal Programma Interreg Italia Svizzera il progetto ha focalizzato l’attenzione sulle cure palliative, in modo particolare sulle soluzioni condivise e le specifiche competenze dei partner per migliorare l’accessibilità dei servizi sui due lati della frontiera. Il convegno Pallium – les soins palliatifs au centre è stata l’occasione per discutere le conclusioni di questa collaborazione italo-svizzera.

Grazie alla brillante conduzione della giornalista Manuella Maury sul palco della Salle communale si sono susseguiti gli interventi di Anne-Laure Couchepin Vouilloz, sindaco di Martigny; Dr Thomas Nierle, direttore medico del CHVR; Christelle Carrupt, direttrice delle cure presso CHVR; Dott. Luigi Stanco, Medico Strutturato del Reparto di Medicina Palliativa – CHVR; Davide Lo Duca, responsabile del progetto Interreg Pallium; Paolo Balzardi, responsabile progetto, autorità di gestione, Interreg I-CH; Dott.ssa May Monney, Medico Primario del Reparto di Medicina Palliativa – CHVR; Isabelle Beytrison, infermiera responsabile del team mobile di cure palliative (EMSP) – CHVR; Nadine Pardo, presidente Associazione Palliative-vs; Agnieszka Grosjean-Bagnoud, infermiera responsabile e condirettrice La Maison Azur di Sion; Patrick Müller, direttore amministrativo e condirettore La Maison Azur di Sion.

A seguire “paroles et parole– Il linguaggio nella relazione di cura, al crocevia tra il mondo della cura e quello dell’arte, ha coinvolto ed emozionato i partecipanti. Lo spettacolo costruito sulla base delle testimonianze di pazienti e professionisti raccolte da Jocelyne Métrailler Al-Sayegh, infermiera specializzata in cure palliative, e Olivia Seigne, regista e attrice, è stato messo in scena dalle ideatrici con la partecipazione di Julien Jacquérioz, attore. Un’occasione per porre attenzione sulle emozioni di pazienti e caregiver, per riflettere sui bisogni di ognuno, favorire una migliore comunicazione e consapevolezza.

Infine, il “Café Mortel”, con la partecipazione di Rita Bonvin, infermiera specializzata in cure palliative del CHVR e membro dell’associazione EnVie de dire la Mort, ha coinvolto un centinaio di persone in uno spazio aperto per parlare di morte e di vita.

Meglio conosciuto in Italia come “Death cafè” anche grazie all’effetto mediatico Fiorello che ha così presentato l’iniziativa promossa dall’Ordine degli Psicologi del Piemonte “…Prepararsi alla morte con l’aiuto degli psicologi: a Torino il primo Cafè della Morte’. La mattina vai là, ti prendi il caffè e il barista ti guarda e ti dice: ‘Devi morire, ma stai tranquillo non è niente’. Poi ti danno un bicchiere di whisky, un bicchiere di cognac…Non sono battute, è realtà. Il Cafè della Morte, andateli a trovare. Vi stanno aspettando a braccia aperte!”

Un evento pubblico no-profit che ha lo scopo dipromuovere attorno alla morte, la perdita, il lutto, i riti.

  • Un’oralità viva: la presenza reale di chi parla e di chi ascolta, permettendo l’incontro; il legame con una tradizione orale secolare che legittima l’uomo nelle sue parole sulla morte e sulla vita; lo sviluppo di una storia che porta avanti questo lavoro enigmatico attorno al lutto e alla morte. 
  • Un’oralità cittadina: quella che affronta temi che riguardano tutti noi, in luoghi accessibili a tutti, riunendo ogni volta una comunità effimera di vivi di fronte alla morte. 
  • Un’oralità non specializzata: quella che riconosce il valore dell’esperienza di ognuno; colui che affronta la morte, senza ricorrere ai riferimenti di alcun sistema.

Grazie ai Cafés Mortels la voce di ognuno può esprimersi, portando con sé una storia unica di morte ma anche di vita nel cuore della città; così la morte non esce solo dal silenzio, ma anche dall’ambito medico-socio-terapeutico in cui sarebbe vano cercare di confinarla. 

Grazie all’Interreg Pallium e al conseguente scambio di buone prassi i Death Cafè sono stati proposti anche nel territorio del VCO dove hanno registrato una sentita partecipazione, fatto che ha spinto l’Associazione Angeli dell’Hospice VCO ODV a riproporre gli appuntamenti.

Fonti

Fonti:
www.enviededirelamort.com
www.palliative-vs.ch

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