Iniziamo con questo numero un ciclo di interviste ai protagonisti del documentario Migrazioni – Storie di umana rinascita in un’economia in trasformazione, realizzato dal cineoperatore e regista verbanese Lorenzo Camocardi.
Ho avuto il piacere di collaborare con lui alla realizzazione del documentario e ho avuto modo di incontrare e parlare con i tanti giovani operatori della Cooperativa Risorse che, per i motivi più diversi, hanno dovuto lasciare le loro case e iniziare un viaggio senza destinazione, verso un futuro che hanno sperato migliore.
L’ospite di questa prima puntata della rubrica “Migranti” è Sissoko M’Bouille, arrivato in Italia dal Mali nell’aprile del 2014, di professione florovivaista.
Non avrei mai immaginato di dover migrare. Ma nella vita succedono cose inaspettate e arrivando qui ho dovuto ricrearmi una vita, come se fosse il primo giorno di tutto.
Fino ai 22 anni ho sempre studiato; ho frequentato economia e commercio e, proprio prima di partire, stavo facendo uno stage. Nel 2012 è scoppiata la guerra e sono scappato, sono l’unico uomo della mia famiglia e la situazione si stava facendo davvero molto pericolosa per i figli maschi. A casa sono rimaste mia mamma e le mie sorelle.
È stato un viaggio tosto, duro e complicato, lungo due anni. Non lo auguro a nessuno.
Mi trovo benissimo qui. Non posso negare che all’inizio, appena arrivato, ho sofferto tanto. È stato difficile imparare una lingua che non avevo mai sentito, neppure in tv. Però mi incuriosiva l’italiano, perché non è parlato solo con la voce. Ricordo il primo giorno, appena sbarcati, i Carabinieri parlavano davanti a noi, gesticolando. In Mali non si gesticola parlando, ma questo mi è piaciuto subito tantissimo e mi sono detto: non so come sarà questa lingua ma la imparerò. E così ho fatto: andavo in biblioteca a studiare sui dizionari e su tutto quello che mi poteva aiutare. Adesso lo parlo e lo capisco e qui in Italia sto davvero bene.
Mi manca la mia famiglia, siamo distanti migliaia di chilometri, è dura, e credo che questo dolore non si cancellerà mai. Mi mancano le piccole cose, anche la cucina della mia mamma che mi faceva sempre trovare tutto pronto. Adesso cucino e mi piace tantissimo la pizza, quella nessuno me la può togliere.
Spero sempre di tornare a casa, voglio rivedere la mia famiglia.
Sono entrato in Cooperativa grazie a Marina Caretti, un’amica conosciuta nel 2016 a Biganzolo, dove facevo volontariato. Per me è come una seconda mamma, è lei che mi ha fatto incontrare Vittorio Zacchera, e così, dal febbraio 2016, lavoro in Risorse.
Il lavoro che svolgo in cooperativa è come se fosse mio, come se fosse casa mia. Quello che più mi piace è vedere il risultato di quello che faccio. Mi sono specializzato nelle talee, nelle piccole piante; ci vuole passione e pazienza a vedere crescere le cose che crei ma la soddisfazione è grandissima.
Di stare bene! Non si può sapere cosa accadrà domani, ma con il tempo si può fare tutto quello che si desidera.
Se volete conoscere meglio il nostro ospite, Nel 2016 Sissoko M’Bouille ha scritto, insieme all’amica Luisa Anchisi, un libro dal titolo “Viaggio a senso unico”, dove racconta la sua storia: l’esperienza qui in Italia, le persone e gli amici conosciuti che poco alla volta l’hanno fatto sentire di nuovo al posto giusto.
Ascolta la testimonianza di Sissoko nel video MIGRAZIONI – Storie Umane di Rinascita in un’economia in trasformazione del regista verbanese Lorenzo Camocardi. Sceneggiatura e interviste Cristina Barberis Negra
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