Tra le diverse iniziative attivate grazie al progetto Interreg Pallium, presso la Casa Anziani di Montescheno è stato organizzato un laboratorio esperienziale di narrazione rivolto agli ospiti e ai loro familiari. Gli scopi e i risultati dell’iniziativa sono stati molteplici. L’intenzione era quella di offrire nuovi stimoli agli anziani ma anche creare un’occasione diversa di condivisione con i loro cari, per trasformare la quotidianità, a volte monotona, e la difficoltà degli ultimi anni di vita in momenti di rinnovato senso e intimità.
Intrecciare le narrazioni degli ospiti con quelle dei familiari – commenta Cristina Barberis Negra, facilitatrice di narrazioni terapeutiche e di comunità, che ha condotto il laboratorio – dà forma a una modalità relazionale nuova, fuori dallo schema dei condizionamenti e degli stereotipi familiari, che spesso ci incasellano in ruoli che non ci appartengono più, e diventa un’occasione altra per riscoprirsi, ri-conoscersi, lasciarsi una reciproca eredità emotiva e di vissuto.
All’iniziativa hanno partecipato 16 ospiti, e i rispettivi congiunti, divisi in 3 gruppi per un totale di una quarantina di persone. Le attività si sono svolte ogni 15 giorni sia per non sovraccaricare di stimoli i partecipanti, sia per consentire che il lavoro fatto insieme avesse modo di fruttificare e trasformasse l’appuntamento in un “desiderata”.
Ospite. – È stato bello ricordare e farlo insieme agli altri che hanno esperienze simili alle tue; rimetti in primo piano la vita che hai fatto. Sono stata contenta che ci fossero i miei cari.
Ospite – Mi è piaciuto molto fare un’esperienza in compagnia, mi piace molto il dialogo. E poi mi è piaciuto cantare insieme.
Familiare – Mia mamma ama molto raccontare e avere uno spazio per raccontare le sue storie è stato prezioso. Io mi sono molto divertita e vorrei ripetere l’esperienza, ci ha fatto bene.
L’apprezzamento degli ospiti e dei loro familiari – prosegue Barberis Negra – è stato confermato dalla partecipazione che, incontro dopo incontro, si è fatta sempre più attiva. Vedere figli, nipoti, fratelli, sorelle, cognati che non hanno perso un appuntamento, togliendo tempo al lavoro e ad altre attività, ha sottolineato l’importanza di organizzare momenti condivisi in cui si esce dallo “spazio tempo” della visita di cortesia/supporto. La condivisione di esperienze positive è fondamentale per ogni membro della famiglia per dare valore e spessore a ogni istante e costruire nuovi ricordi comuni.
La narrazione, proposta nel rispetto delle possibilità e delle attitudini di ciascuno, diventa anche chiave di accesso per la ridefinizione della propria quotidianità, per la valorizzazione delle proprie scelte, dei propri traguardi, per la comprensione del proprio stato di realtà, anche nell’accettazione di fragilità e paure. In particolare l’esperienza narrativa con le persone anziane diventa anche uno strumento per riappropriarsi del tempo, per dargli un nuovo ritmo, per allontanarsi, seppur temporaneamente, dallo scorrere routinario di una giornata, per ridare valore alla propria storia di vita.
Gli incontri si sono svolti secondo un preciso filo conduttore narrativo che dava a ognuno la possibilità di esprimersi e raccontarsi. L’infanzia, la giovinezza e l’amore, le feste e i piatti della tradizione, il cinema e la musica, piccoli viaggi nella memoria del singolo e nella memoria collettiva che hanno condotto i gruppi a momenti di risate e commozione comuni.
È mia abitudine nella conduzione di gruppi – spiega la facilitatrice del laboratorio – creare una traccia narrativa e personalizzarla il più possibile, quindi dopo i primi incontri mi piace trovare gli interessi dei partecipanti e aprire finestre su quelli in modo da facilitare il racconto e l’apertura verso i ricordi. Anche gli accadimenti del quotidiano, tristi o felici che siano, diventano parte del processo narrativo. Come facilitatrice di scrittura creativa utilizzo principalmente le storie e le poesie di autori diversi come chiave di accesso ai vissuti dei partecipanti, perché la forza della grande letteratura è proprio nella sua universalità, nel far sentire ognuno parte di quella narrazione. Nel percorso, però, utilizzo diverse tecniche che, nella mia esperienza, ho visto hanno grande efficacia nella riattivazione vitale dei ricordi e delle storie personali, anche in chi è più disabituato o restio a farlo: stimolazione olfattiva con essenze e oli essenziali; ascolto di brani musicali e canzoni; giochi; carte narrative, anche personalizzate; fotografie sia dei partecipanti, sia d’epoca legati al momento storico vissuto dai presenti; etc.
L’esperienza di questo laboratorio, svoltosi da settembre a dicembre 2023, unita a quella del 2022 con operatori sanitari, oss e ospiti, è stata un’ulteriore occasione per mettere in luce il valore profondo della narrazione e in particolare della narrazione di comunità, come collante, riattivante e come patrimonio comune d’esperienza e di senso. Anche su richiesta dei partecipanti sarà un esperienza da ripetere e ampliare.
di Francesca Licausi, animatrice e pet therapist
Dal mese di settembre al mese di dicembre 2023, ho potuto partecipare al Laboratorio di narrazione tenuto dalla facilitatrice di scrittura e narrazioni terapeutiche e di comunità Cristina Barberis Negra, presso la Residenza Sanitaria per Anziani di Montescheno in cui lavoro come animatrice.
Dall’esperienza è emerso quanto sia fondamentale stimolare la memoria e il ricordo, sia esso positivo o negativo, nella persona anziana che, così facendo, si sente protagonista in prima persona e riacquista la titolarità della propria vita.
I ricordi positivi aumentano l’autostima e permettono di condividere con gli altri emozioni che, attraverso il racconto, vengono vissute nuovamente; i ricordi negativi, come possono essere la perdita di persone care o esperienze difficili, se gestiti e guidati nella maniera corretta, possono portare sollievo proprio grazie alla condivisione.
I nostri anziani sono fondamentali nel dar voce a un pezzo di storia vissuta di cui noi non saremmo a conoscenza se non ce ne avessero dato testimonianza. Ecco che anche questo progetto sulla narrazione mi ha permesso di scoprire aneddoti, episodi, stili di vita e usanze, persino canzoni, filastrocche, ninne nanne, amori e amicizie dei nostri ospiti residenti che, stimolati al ricordo, in un ambiente rassicurante e non giudicante, si sono lasciati andare alla memoria e hanno condiviso con noi e con i loro cari, che li supportavano, momenti intimi e a volte nostalgici.
L’importanza di prendere quell’ora e mezza a settimana per sé stessi ha avuto positive ripercussioni sulla loro memoria: creando un’aspettativa e un’attesa per l’incontro successivo anche l’umore migliora.
Personalmente mi sono arricchita grazie a questa esperienza, sia per quanto riguardo il lato umano che professionale, per questo ringrazio la conduttrice del laboratorio Cristina Barberis Negra, vera professionista, e tutti i partecipanti dei gruppi per essersi messi in gioco e aver condiviso la loro storia.
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