Gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) sono progetti finalizzati a mantenere o migliorare la salute e il benessere fisico, psichico e sociale delle persone mediante l’interazione positiva con animali domestici.
Secondo la zooantropologia, disciplina che si sviluppa in Italia e in Francia a partire dagli anni ’70 e che studia il rapporto uomo-animale, la relazione con quest’ultimo non deve essere valutata sotto il profilo delle prestazioni ma per il ”contributo al cambiamento della persona”. Essa riconosce:
In Italia gli IAA in passato indicati genericamente come Pet Therapy, sono regolamentati dall’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sulle Linee Guida del Ministero della Salute per gli Interventi Assistiti con gli Animali del 2015 che ne disciplinano, certificandoli, sia i progetti che la formazione e l’attività degli operatori qualificati.
Gli IAA sono interventi a valenza terapeutica finalizzati alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, sensoriale, psichica, cognitiva, emotiva, affettiva e relazionale. Sono prescritti dal medico e si integrano con i percorsi terapeutici tradizionali.
Tutti gli IAA prevedono il coinvolgimento di un’équipe multidisciplinare composta da diverse figure professionali in possesso di specifica formazione in funzione del tipo di intervento (Attività Assistite con gli Animali AAA, Educazione Assistita con gli Animali EAA, Terapia Assistita con gli Animali TAA).
Gli animali coinvolti (cane, gatto, coniglio, asino, cavallo) sono valutati a livello comportamentale e sanitario dal veterinario competente che deve indirizzare anche alla loro corretta gestione e al loro benessere. Il Coadiutore dell’animale conduce l’animale durante le sedute monitorando l’interazione con le persone al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Ogni progetto elaborato dall’équipe deve definire gli obiettivi, il setting terapeutico, i metodi impiegati e la valutazione degli esiti.
Negli ultimi anni questo tipo di terapia non farmacologica ha trovato largo impiego e consenso nelle comunità di anziani con lo scopo di migliorarne la qualità della vita.
Nell’anziano istituzionalizzato nel tempo si possono riscontrare disturbi e difficoltà relazionali legate alle patologie e alle disabilità di cui sono affetti. Oltre alla perdita di funzioni motorie, sensoriali e cognitive, l’allontanamento dalla famiglia, dalla propria casa con tutti i ricordi ad essa legati e dalla vita che conducevano un tempo può creare sofferenza e disorientamento da ricondurre anche alle nuove abitudini da costruire, in un ambiente che devono necessariamente condividere con altri, senza la adeguata privacy. Tutti questi aspetti possono provocare un peggioramento del tono dell’umore, una chiusura verso il mondo esterno e la mancanza di motivazione.
In tale contesto l’introduzione di progetti di IAA può configurarsi come attività di sostegno, svago, divertimento e stimolazione che abbiano come obiettivo un serio lavoro inerente:
L’interazione con l’animale, spesso il cane, permette di sfruttare un canale comunicativo più immediato e primitivo che favorisce anche coloro che presentano gravissime disabilità consentendogli di sperimentare emozioni positive, rilassamento psico-fisico e conseguente miglioramento della qualità della vita di reparto.
Le attività, per essere di beneficio, non possono essere attuate in modo generico e superficiale ma devono necessariamente avere un indirizzo specifico, condiviso dall’équipe specialistica, costruito sui bisogni dell’ospite per evitare interventi inutili o addirittura tutt’altro che positivi.
Gli IAA nelle Residenze per Anziani (RSA) possono essere proposti sia singolarmente che in gruppi a seconda della necessità.
Le attività ludiche con l’animale, che possono anche prevederne la partecipazione indiretta a seconda degli obiettivi preposti in équipe, possono stimolare l’attenzione, la memoria, la concentrazione, l’attività motoria e sensoriale degli arti superiori e inferiori degli ospiti, la coordinazione e la manualità.
Attraverso la cura dell’animale e la pratica del maternage si coinvolge la dimensione affettiva favorendo il rilassamento e la soddisfazione di bisogni primari quali attenzione, affetto, aumento dell’autostima e il contatto fisico amorevole che spesso l’anziano istituzionalizzato sperimenta in misura minore che in famiglia.
In ambito sociale si può lavorare in gruppo stimolando la memoria, l’attenzione, la comunicazione verbale e non verbale portando ad una maggiore interazione con gli altri partecipanti e con il mondo esterno. La condivisione dei ricordi durante le sedute riduce il senso di abbandono, di noia e di stress incrementando il tono dell’umore.
In generale per la persona relazionarsi con l’animale favorisce risposte biochimiche tipiche dello stato di rilassamento come la produzione di endorfine, la riduzione della pressione arteriosa e della frequenza respiratoria, contrasta la depressione e aiuta a superare i naturali timori legati al giudizio e all’imbarazzo della disabilità.
In conclusione, visti i numerosi vantaggi, tra cui da non escludere l’apporto di gioia e vitalità nei momenti di terapia con l’animale e ricordando che vanno sempre configuranti sulla base di progetti che tengano conto dei bisogni e della sensibilità degli ospiti, ci auguriamo che sempre più spesso vengano introdotti nelle realtà protette come sostegno alla cura della persona nella sua globalità.
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