Dopo più di un anno e cinque numeri di Alternativa pubblicati, si è avvertito in redazione un bisogno di aprire una parentesi, di soffermarci un poco, senza interrompere il consueto ritmo di lavoro, a riflettere su ciò che si sta facendo e, più in particolare, per provare a verificare e a valutare la bontà, l’effettiva utilità di quanto andiamo pubblicando. I dati numerici desunti dal sistema di monitoraggio degli accessi al sito ci confortano, si può certo fare meglio, ma l’avvio non delude.
Però, quanto andiamo pubblicando è davvero utile a chi legge?
Noi siamo partiti agli inizi del 2022 con una piattaforma di linee di indirizzo, e conseguentemente di scelte operative, puramente ipotetiche. Innanzi tutto la scelta di dar vita a “uno strumento di servizio e di aiuto per chi, nel più vasto ambito provinciale, opera in campo sociale, come professionista o volontario, in enti, istituzioni, cooperative e associazioni”, cioè una platea vasta, composita e differenziata. Poi, la scelta di un preciso approccio che possa distinguere dalla pubblicistica di settore già esistente, cioè provare a rispondere alla “necessità di connessione dell’azione e dell’intervento in campo sociale con il contesto, con l’ambiente in cui si esplica; l’importanza della conoscenza degli scenari, degli sfondi, dei territori, in cui si opera e delle loro dinamiche” e, completiamo, dei soggetti, degli attori che vi operano.
Quanto questi intenti si traducono in utilità concrete? quanto incontrano positiva accoglienza?
Un antico adagio spicciamente raccomanda: se non sai una cosa, prima di imbarcarti in macchinose indagini, chiedila a chi può saperla. Ecco, appunto, chi può sapere quanto sia o non sia gradito e utile ciò che stiamo facendo meglio di chi queste pagine legge? Da qui, l’idea di un primo confronto con un gruppetto di lettori – un po’ pomposamente denominato Focus – desunto dal sistema di monitoraggio degli accessi, un incontro informale, uno scambio e, soprattutto, un ascolto di opinioni e di valutazioni, cioè un circuito di comunicazione in cui un problema viene tradotto in poche semplici domande poste a interlocutori, le cui risposte alimentano nuovi confronti.
Si sa, però, che una ciliegia tira l’altra. Tutti sappiamo quanto sia importante la comunicazione per chi opera in campo sociale, quanto frequente e multiforme sia il ricorso a essa e quanto non sempre facile l’impiego corretto. Abbiamo così pensato che l’episodio del Focus, cioè di un esperimento di circuito comunicativo tra lettori e redazione, sarebbe stata una buona occasione per fare della comunicazione una sorta di filo conduttore di questo numero della rivista. Non una raccolta di saggi sul tema, che tanta pubblicistica cartacea e on line già abbondantemente offre, ma, come sempre ci si propone di fare, qualche caso, qualche riflessione, qualche concreta esperienza di questo territorio.
Ecco, perciò, che l’articolo che racconta il confronto del Focus costituisce un po’ il perno intorno cui ruota buona parte di questo numero di Alternativa, subito affiancato da una riflessione sull’etica della comunicazione, mentre nello spazio che precede, dedicato agli scenari e ai contesti, ci si occupa di comunicazione pubblica, per il rilievo che per la società assume il rapporto con la pubblica amministrazione. Il percorso continua con l’osservazione di due particolari ambiti della comunicazione, quello dei percorsi educativi e formativi (la scuola, in primo luogo) e quello del rapporto e confronto tra diverse culture. In tema di buoni e di cattivi esempi, due particolari casi: uno strumento per educare i giovani all’uso corretto dello smartphone e un caso emblematico di disastro comunicativo. Poco avanti, il racconto dell’originale recupero di uno stagionato medium per un esperimento di comunicazione tra le scuole della provincia e, nelle ultime pagine, ciò che si può cogliere, a proposito di comunicazione, sfogliando il vecchio vocabolario.
Ma, non essendo monografico, non di sola comunicazione vive questo numero. Si parla anche di un’importante istituzione di questo territorio, la Fondazione Comunitaria del VCO; di una storica epopea del sistema scolastico locale, la Maxi Sperimentazione del Cobianchi, nella rubrica dedicata alla scuola; di un importante incontro a Casa don Gianni e, ancora, di un’impresa della cooperativa Risorse e di altri progetti delle cooperative locali. E, infine, le consuete rubriche per provare ad accontentare anche chi non è mai contento.
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