Sono oltre 12 milioni le donne che in Italia hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica: di queste, secondo uno studio del CNR, solo il 5% ha denunciato l’accaduto. Ogni anno nel nostro Paese oltre 120 donne vengono uccise dai loro mariti, compagni, fratelli, padri. In media registriamo un femminicidio ogni tre giorni.
Si deve partire da qui, per capire un fenomeno complesso, che non possiamo più definire emergenza, perché ormai è strutturale, e per riflettere sull’indispensabile ruolo dei centri antiviolenza che, ogni giorno, offrono ascolto e sostegno alle donne.
In Italia è la Rete D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – ad aver teorizzato una metodologia di lavoro dei centri antiviolenza e ad aver redatto la Carta della Rete Nazionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne. I Centri sono costituiti da donne e il lavoro al loro interno si basa fortemente sulla relazione tra donne, mettendo al centro il riconoscimento di competenze, professionalità e valore femminile.
Oggi alla Rete aderiscono 106 centri antiviolenza, tra cui l’Aps me.dea, nata ad Alessandria nel 2009, dal desiderio di un gruppo di donne di sradicare la violenza di genere in tutte le sue forme, sia dentro sia fuori dalla famiglia.
Il nome e il logo dell’associazione derivano essi stessi da una riflessione che mette al centro la donna. La Medea a cui l’Associazione si riferisce, è la Medea riscritta dall’autrice contemporanea tedesca Christa Wolf, che ribaltando la versione di Euripide della madre omicida, ci descrive una donna forte e coraggiosa, innamorata di Giasone, che, per amore di lui, lascia la propria patria e lo segue in terra straniera, dove scoprendo un importante segreto, diventa il capro espiatorio per i delitti commessi dalla società. Le uccideranno, infatti, i figli e la accuseranno del loro omicidio. Medea diventa me.dea e mette la donna, da tempo denigrata, umiliata, abusata, al centro del percorso e le restituisce positività, dignità e femminilità. Il logo dell’associazione è formato dall’omega, l’ultima lettera dell’alfabeto greco, che abbraccia e contiene l’alfa, la prima lettera dell’alfabeto greco. Simbolicamente sta a significare che da una fine si può generare un nuovo inizio.
Il centro, attraverso le due sedi di Alessandria e Casale, offre alle donne, gratuitamente, molteplici servizi:
L’associazione oggi è composta da 25 operatrici professioniste che dedicano il loro tempo ad azioni di contrasto e prevenzione della violenza di genere, perlopiù violenza domestica. A loro si aggiungono una quarantina di volontarie che si occupano della sensibilizzazione sul territorio, partecipando e organizzando eventi e momenti di confronto con la società civile.
Dall’inizio dell’attività a oggi il centro antiviolenza ha accolto e sostenuto oltre 2.300 donne e fornito ospitalità, nelle sue strutture protette, a 44 donne.
In questi 15 anni me.dea è cresciuta e si è strutturata moltissimo, sviluppando una serie di attività – formazione, progettazione, fundraising – che sostengono e rafforzano il lavoro del centro antiviolenza e mirano a favorire un cambio di paradigma nel rapporto, ancora troppo sbilanciato, tra i generi, favorendo la diffusione di una cultura del rispetto, soprattutto nelle nuove generazioni.
É un lavoro grandissimo e faticoso, perché ogni giorno la cronaca ci ricorda che c’è un genere che continua a prevaricare sull’altro, ma occorre andare avanti e coinvolgere uomini e donne in questa sfida, perché serve un cambiamento culturale profondo.
I semi gettati non cadono invano; l’abbiamo recentemente sperimentato in occasione di un prestigioso riconoscimento attribuito alla nostra Presidente, Sarah Sclauzero. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, infatti, l’ha indicata come esempio di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani e, lo scorso 20 marzo, l’ha insignita del riconoscimento di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. La motivazione alla base della scelta recita: “Per affrontare con competenza il tema dell’aiuto alle persone vittime di violenza”, riconoscendo, attraverso di lei, il lavoro di tutta l’associazione me.dea.
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