“Il teatro mi ha cambiata: mi ha fatto uscire dalla comfort zone e ciò mi ha fatto crescere” dice Josly, mentre noi ragazzi annuiamo in segno di assenso.
Si, perché il teatro, soprattutto durante l’adolescenza e in un ambiente liceale, contribuisce alla crescita e alla formazione dell’individuo. Noi studenti siamo “fioriti insieme”, come dice Arianna, all’interno del gruppo di teatro, proprio perché legati dalle stesse passioni e emozioni. “Un’emozionante esperienza formativa che ha permesso di sviluppare la mia grande passione per il teatro e di crescere come persona” dice Cecilia, ribadendo il concetto.
La maggior parte di noi si ritrova ogni mercoledì pomeriggio nell’aula teatro del Liceo Cavalieri da ormai tre anni. Guardandoci e confrontandoci siamo giunti alla conclusione che siamo tutti cambiati e cresciuti: maturati. Grazie alla nostra regista Cinzia Cirillo, abbiamo imparato l’importanza delle emozioni e la necessità, da un lato, di dominarle, ma anche di farci trascinare da esse e non aver paura di “buttare tutto fuori”, come dice lei, proprio perché talvolta è più facile nascondere le emozioni invece di rivelarle.
Il teatro è, infatti, anche questo: “un progetto di continua scoperta”, dice Elisa; un continuo immergersi in sé stessi, in cui bisogna mostrarsi per ciò che si è e poi modellarsi in base ai personaggi.
Il percorso di quest’anno, in particolare, è incentrato fortemente sulle emozioni, fondamentali per la caratterizzazione dei personaggi dello spettacolo che andrà in scena a breve: “L’ultima notte di Atlantide”.
In occasione del suo allestimento ci è stato chiesto “Chi/cosa vi fa arrabbiare? Cosa vi fa paura? Cosa odiate?”
Questi interrogativi sembrano di risposta immediata ma spesso richiedono tempo e una lettura interiore dei propri comportamenti ed emozioni, “un approfondimento su argomenti che, presi dalla nostra quotidianità e dai nostri impegni, non menzioniamo neanche tra i nostri pensieri” aggiunge Aurora.
Soprattutto durante gli anni dell’adolescenza porsi queste domande è propedeutico; imparare a conoscersi e riconoscersi diventa fondamentale per capire chi si è e trovare un proprio io.
Alcuni momenti delle prove del nuovo spettacolo
La nostra regista ci invita sempre a lasciarci andare, a incanalare le nostre emozioni e usarle al servizio del personaggio. Dunque, il mercoledì pomeriggio non è solo un bel momento da passare con amici, che condividono le nostre stesse passioni, si rivela anche occasione per mettersi alla prova e sfidare se stessi in ogni battuta, al fine di interpretare sempre meglio, e trovare un modo per “ritagliarsi il proprio piccolo spazio nell’universo”, come dice Maria.
Particolare importanza ha anche il movimento. La nostra regista, infatti, ci ripete spesso “non pantomima”: le azioni e le intenzioni sul palco devono essere autentiche, ogni gesto non è mai casuale ma sempre una reazione. Frequentare il laboratorio di teatro, dunque, vuol dire anche imparare a muoversi e a occupare uno spazio, usare il corpo come tramite e come mezzo di espressione e imparare a leggere il linguaggio del corpo delle persone presenti in sala.
Anche da questo punto di vista abbiamo riconosciuto una crescita, visibile non solo in scena, ma in tutti i contesti che richiedono un’esposizione (come un’interrogazione o come intrattenere una conversazione con una persona appena conosciuta). Imparare a muoversi, e a usare opportunamente il linguaggio del corpo, è, infatti, una competenza non scontata ma che fa la differenza in qualsiasi ambiente.
“Il teatro è più di una semplice attività extra scolastica. – dice Diego – Recitando si ha la possibilità di essere se stessi ed essere chiunque. Inoltre, vedere quali emozioni si riescano a trasmettere sui volti delle persone sedute in sala, è una sensazione impagabile”.
Nota di redazione. Mentre stiamo completando questo numero della rivista, lo spettacolo “L’ultima notte di Atlantide” sta andando in scena: lunedì 20 maggio a Varese, in versione ridotta, nella Tensostruttura nei Giardini Estensi, in occasione di “LaivIn Action” ; giovedì 23 maggio, nel teatro di Santa Maria Maggiore, per il concorso Domus In Fabula; mercoledì 29 maggio, a Spazio Sant’ Anna a Verbania, per il Concorso Teatrale, organizzato dall’Istituto Cobianchi; giovedì 30 maggio, sempre a Spazio Sant’ Anna, doppia replica, al mattino per gli studenti del Liceo Cavalieri e alla sera aperto al pubblico.
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