Magazine Alternativa A Numero 4
Anno 2024
Il Museo partigiano di Ornavasso

La memoria e il ricordo della Resistenza per un’Italia libera e democratica

Il Museo Partigiano Alfredo Di Dio di Ornavasso è anche il Museo della Divisione Valtoce e raccoglie riferimenti alle altre formazioni autonome e indipendenti della zona: la Valdossola, la Piave e la Beltrami. Trova spazio in una vecchia casa alle porte di Ornavasso. L’edificio è stato scelto dai partigiani della Valtoce, del Comandante Alfredo Di Dio, come casa in cui la memoria e il ricordo dell’esperienza della Resistenza, che avevano vissuto, si trasformasse in eredità per la costruzione di un’Italia libera e democratica. A questo scopo il Museo svolge attività culturali e di ricerca, promuove giornate di studio e realizza pubblicazioni, tra queste il recente libro su Alfredo Di Dio e sull’esperienza della Resistenza Ossolana, alla luce di nuovi documenti ritrovati e che la collocano in un ruolo di notevole importanza nel quadro della strategia nazionale e internazionale degli Alleati nel secondo conflitto Mondiale (Il Mio Comandante Alfredo Di Dio, edizione Lampi di stampa).

Il Museo si compone di quattro sale.

La Sala Storica

Nella Sala Storica sono presenti alcuni personaggi storici delle formazioni autonome, guidate da militari: Filippo Maria Beltrami, caduto nella battaglia di Megolo (17.02.1944); Alfredo Di Dio, primo comandante della Valtoce, caduto a Finero per la difesa dell’Ossola liberata (12.10.1944); Eugenio Cefis, comandante del Raggruppamento Divisioni patrioti “Alfredo Di Dio” e Rino Pachetti, comandante della Valtoce nel 1945.

La donna, sempre presente e attiva nella Resistenza, è rappresentata da un costume della Valstrona.

La Sala Ornavasso

Presenta immagini di personaggi del posto e di luoghi significativi per la sopravvivenza dei gruppi armati, a cominciare da Ornavasso e dalle sue montagne, culla della divisione Valtoce che ebbe il suo comando al Santuario del Boden. Ornavasso fu anche teatro di aspri combattimenti che la Valtoce ingaggiò, per tre giorni, contro le truppe di rioccupazione nazifasciste ed è il paese scelto dai Partigiani azzurri come sede del Museo e dei loro incontri celebrativi dopo la Liberazione.

La Sala Mottarone

Individua alcuni protagonisti della Resistenza che ebbero contatti con la Valtoce come Ferruccio Parri e Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo. Illustra anche la vita della Valtoce sul Mottarone, e narra di Enzo e Renato Boeri e Giorgio Buridan che agivano nei servizi di intelligence anche a protezione delle radio ricetrasmittenti Salem e Augusta, qui paracadutate dagli Alleati nel marzo 1944 e che fornirono, per tutto il nord Italia, agli angloamericani, informazioni preziose sulle azioni dei nazifascisti. Ricordiamo che sul Mottarone, a fine settembre, fu paracadutata la Missione americana Crysler-Mangosten in seguito trasferita a Busto Arsizio per evitare i ripetuti rastrellamenti nazifascisti del duro inverno ‘44/45.

In questa sala sono esposti anche un paracadute con cui gli alleati fornirono gli esigui lanci di armi e materiali, i timbri per la realizzazione di documenti falsi, numerose foto delle donne impegnate in combattimento come Elsa Oliva comandante della volante Elsinki, Ester Maimeri, le telefoniste di Stresa, che lavoravano presso il distaccamento tedesco e potevano fornire importanti informazioni . È presente anche il tascapane del comandante “Marco”, come era chiamato Alfredo Di Dio.

La Sala Ossola

Illustra i fatti che hanno portato prima alla liberazione di Domodossola e poi alla caduta di tutto il territorio liberato. Sono presenti i manifesti affissi sui muri della città a liberazione avvenuta, dei Comandanti Superti e Di Dio, la descrizione della battaglia di Piedimulera, ultimo e importante scontro militare che impegnò la Valtoce in un combattimento di sette ore e che portò all’abbandono del più numeroso e fortificato presidio nazifascista dell’Ossola, che con il concorso della divisione Valdossola portò alla trattativa per la liberazione di Domodossola. La trattativa fu condotta da Superti, comandante della Valdossola, e Di Dio, in accordo con il comandante Arca della Piave, mediata da i parroci di Domodossola e Masera. La liberazione della città comportò la liberazione di tutta la Valle. In questa sala si comprende come la zona liberata dell’Ossola ha avuto risonanza internazionale. Il Governo provvisorio, in attesa della liberazione di tutta Italia, con rappresentanti di tutti i partiti, ha approvato leggi per regolare la vita civile, ponendosi come significativo e unico esperimento di quella che sarebbe stata la vita democratica dell’Italia. La Giunta Provvisoria di Governo dell’Ossola liberata, la stampa libera, la riforma della scuola, l’impossibile difesa del territorio, la morte di Alfredo Di Dio, l’esodo in Svizzera, la riorganizzazione della Valtoce in Raggruppamento, la lotta fino alla liberazione di Stresa, di Busto Arsizio e di Milano sono i temi della visita a questa Sala con uno sguardo alla Svizzera a nord, all’Alto Milanese, Novara e Milano a sud.

VISITE E INFORMAZIONI

Visite al Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” in via Alfredo Di Dio, 131 a Ornavasso su appuntamento telefonando al 3405948277

www.museopartigiano.it

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