L’ospite di questo incontro è Gana Traore, maliano. Il suo viaggio è iniziato nel 2015 dal Neguebogou, una zona agricola del Mali, destinazione Italia, con l’idea di cercare una vita più normale e un’opportunità di lavoro. Oggi si occupa di gestione dei rifiuti presso l’impianto di Verbania-Trobaso è un abilissimo operaio selezionatore della Cooperativa Sociale Risorse e vuole diventare un cittadino italiano.
Sono partito dal mio paese a piedi, diretto verso l’Algeria; ci sono arrivato dopo un percorso molto difficile di circa tre settimane. Per fortuna ho trovato subito lavoro come muratore e dopo nove mesi sono riuscito a procurarmi un “passaggio” per la Libia.
Il viaggio tra Algeria e Libia non è un viaggio semplice. La rotta sub-sahariana ha continui posti di blocco, in cui ti chiedono tangenti, zone in cui puoi passare solo a piedi, passaggi pericolosi. Io l’ho percorsa in parte in auto, in parte in bus, in parte camminando nel deserto. La strada non era facile e spesso era necessario nascondersi.
Arrivato il Libia ho fatto il muratore e altri lavoretti, ma non è un posto in cui puoi fermarti e dopo circa tre mesi ho deciso di provare a prendere una barca per raggiungere l’Italia.
Con una barca. Beh, la barca su cui ci hanno caricati, non era proprio una barca, era uno di quegli scafi gonfiabili che si vedono in televisione. Siamo stati in mare due giorni e siamo arrivati a Lampedusa. Da lì, dopo una settimana sono stato trasferito prima in Sicilia, poi a Torino e infine qui a Verbania in un centro di accoglienza del Gruppo Abele.
Al centro di accoglienza ho detto subito a Maria, una dei responsabili, che volevo lavorare e lei mi ha trovato un lavoro nella Cooperativa Risorse.
Mi sono trovato bene fin dall’inizio. Vado d’accordo con i colleghi, con i clienti che vengono a scaricare, praticamente vado d’accordo con tutti, non ho mai avuto problemi con nessuno. Mi piace lavorare qui. Grazie alla Cooperativa ho avuto l’opportunità di partecipare a diversi corsi di formazione (per l’uso dei mezzi, la selezione dei rifiuti, la composizione dei materiali, etc.) e imparare bene il mestiere. Amo il mio lavoro e faccio di tutto per migliorare. All’inizio avevo qualche difficoltà con l’italiano, a scuola non mi sembrava facile impararlo, ma poi interagendo ogni giorno con i colleghi e grazie ai loro consigli, posso dire che oggi lo parlo abbastanza bene.
Il lavoro è fondamentale; permette di evitare situazioni illegali, precarie, in cui devi sempre solo chiedere e ti consente di gestire la vita in modo responsabile, comprare ciò di cui hai bisogno e fare una vita dignitosa.
Per me è un orgoglio poter inviare regolarmente denaro alla mia famiglia nel mio Paese d’origine e aiutarli a stare meglio.
Ogni tanto ho nostalgia della mia casa, mi manca soprattutto mia madre. Quando la chiamo mi chiede sempre di tornare a trovarla e poi come le mamme italiane mi fa tutte le raccomandazioni: hai mangiato? hai litigato con qualcuno? Ti sei fatto male sul lavoro?
Mia madre non verrebbe mai in Italia, preferisce che vada a trovarla io e finalmente lo scorso anno ci sono riuscito.
Sì, sono felice in Italia, soprattutto da quando sono entrato a far parte della cooperativa. I colleghi si comportano bene con me, e mi sento motivato a stare qui. Spero di ottenere la cittadinanza italiana in futuro, anche se so che richiederà pazienza.
Ascolta la testimonianza di Gana nel video MIGRAZIONI – Storie Umane di Rinascita in un’economia in trasformazione del regista verbanese Lorenzo Camocardi. Sceneggiatura e interviste Cristina Barberis Negra
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