Qualche imprevisto è sempre da mettere in conto quando si è in viaggio, ma la rottura del blocco pedali in un tour ciclistico è davvero fastidiosissimo: se non altro, basta alzare gli occhi al cielo, non per trovare chissà quale aiuto, ma per ammirare il Reichsburg Cochem, che dalla collina domina la cittadina di Cochem, al tempo importante citta commerciale sul fiume Mosella. Come il suo nome suggerisce, è un castello imperiale ricostruito dopo l’incendio che lo distrusse quasi interamente, ad esclusione della torre delle streghe, luogo di uccisione delle povere vittime della superstizione e della stupidità umana.
Risolto il problema il nostro viaggio può continuare. Siamo partiti da Trier, la più antica città della Germania con il nome romano di Treviri, città natale di Karl Marx, procedendo sulla Mosella fino a Coblenza, dove confluisce nel Reno, e poi fino al confine con la Svizzera.
Praticamente tutto su ciclabile, è un percorso che, come spesso capita nel turismo lento, porta con sé un doppio viaggio, nello spazio esteriore e in quello interiore. La Mosella è un immenso serpente che, tra anse gigantesche percorre un territorio collinare coltivato a vite, attraversando piccoli paesi dove è possibile trovare torri fluviali, castelli medioevali oltre che alcune case Jugendstil, Art Nouveau tedesca a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo. A proposito di espressioni artistiche, divertenti sono le etichette del vigneto Kröver Nacktarsch (letteralmente fondoschiena nudo) che raffigurano scene con al centro ragazzini sculacciati, probabilmente per aver rubato e bevuto il vino che, va detto, è di buona qualità.
La Mosella è soprattutto una sensazione di pace, di armonia, nel verde delle colline che si specchiano nel fiume, nei grandi barconi che lo navigano, nei villaggi tranquilli che sembrano aver assunto lo stesso essere posato che caratterizza il fiume. È quasi epidermica la differenza che si coglie con il Reno, non perché non sia splendido anche questo tratto, ma per la differente atmosfera che caratterizza le regioni attorno ai corsi d’acqua.
Già Coblenza sembra segnare un punto di rottura, non solo per il suo essere grande città o per l’enorme differenza di portata e di larghezza tra i due fiumi, ma anche per il modo in cui la strada, finendo in un grande piazzale come fosse la prua di un’immensa nave, sembra lanciarsi verso il Reno sotto l’occhio vigile del Deutsches Eck, l’immenso monumento equestre che dall’alto dei sui 37 metri benedice l’unione tra i due corsi d’acqua.
Da qua in poi prendiamo l’Eurovelo 15, la pista ciclabile che segue il Reno dalla Svizzera fino alla sua foce nel Mare del Nord, in Olanda. Il percorso è molto piacevole, sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista storico: il territorio è puntinato di castelli che raccontano meglio di molti libri l’importanza che, come linea di confine, il Reno ha avuto nel secolare confronto franco-germanico; ed è forse questo essere terra di mezzo, o forse la grande ricchezza economico-produttiva del territorio, che determinano un’atmosfera diversa, meno rilassata rispetto al tratto precedente.
Non mancano angoli di grande bellezza, lunghi tratti su canali, cigni ed altri uccelli acquatici che osservano perplessi queste strane creature che, arrampicate su improbabili attrezzi metallici, pedalano sotto il sole cocente: già, chi l’ha detto che in Germania sarebbe stato fresco?
S’incontrano diverse città sul percorso, Manneheim, Karlsruhe, e, sconfinando in Francia, Strasburgo. Sembra quasi incredibile pensare a quanto distante sia quel mondo in cui un semplice passaggio di frontiera era così complesso o, addirittura, impossibile. Prima però una deviazione a Mainz seguendo il Meno fino a Francoforte dov’è imperdibile la Römerberg, la piazza principale, circondata da caratteristici palazzi con travature in legno, alcuni dei quali risalenti a sei secoli fa, la Rathaus, il municipio cittadino, e la centrale Fontana della giustizia, luogo di scambio per i mercanti.
Il nostro percorso termina nei pressi di Basilea, ma è quasi d’obbligo raggiungere le cascate del Reno e la splendida cittadina di Stein am Rhein, con le sue case dipinte. Le cascate hanno la più grande portata d’acqua d’Europa, avendo un bacino largo 150 metri per 23 di caduta e, a renderle ancor più spettacolari, un’enorme roccia al centro e, sul fondo, il castello di Laufen.
Settecento chilometri di pedalate, luoghi meravigliosi, goduti pienamente per la bassa velocità con cui li si è ammirati; castelli e fiumi, enormi barche che li navigano e che sembrano levitare su quelle placide acque, momenti di relax e attimi di sconforto per il sole tiranno, ma quello che più resta sono le sensazioni, gli attimi di silenzio, lo scorrere dei pensieri e delle emozioni che risuonano dentro di noi…
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