Magazine Alternativa A Numero 4
Anno 2024
Volontariato in carcere per far fiorire la speranza
4 Dicembre 2024

L’attività invisibile dell’Associazione “Camminare Insieme” nella Casa Circondariale di Verbania

L’Associazione “Camminare insieme” per il volontariato in carcere è nata alla fine degli anni Novanta come gruppo di sostegno per l’allora cappellano della Casa Circondariale di Verbania, don Donato Paracchini. Il fattivo contributo di numerose persone (all’inizio soprattutto insegnanti ex colleghe di don Donato all’Istituto Cobianchi di Intra e volontari già attivi nel gruppo locale Caritas) e il loro impegno nell’approfondimento delle tematiche specifiche ha portato nel 2001 alla sua costituzione come Associazione ONLUS. La recente riforma del Terzo Settore ne ha determinato l’ulteriore qualifica ufficiale di Organizzazione Di Volontariato (ODV) e di Ente del Terzo Settore (ETS), inserita dal 2022 nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).

Quando don Donato Paracchini è stato nominato cappellano del carcere di Verbania, è entrato in contatto con un mondo sconosciuto ai più, un mondo composito, fatto di una umanità dolente che fatica a far percepire all’esterno le proprie necessità.

Tra i bisogni a cui rispondere, il cappellano e i primi volontari hanno individuato innanzitutto quello dell’ascolto e dell’instaurazione di rapporti umani e, concretamente, la necessità di procurare vestiario adeguato e prodotti per l’igiene, come base per favorire nelle persone detenute il senso della propria dignità.

Questo, in linea con le finalità dell’articolo 27 della Costituzione italiana (umanità e finalità rieducativa della pena) e dell’Ordinamento Penitenziario, che prevedono un ruolo attivo del volontariato in carcere nell’aiutare le persone detenute a ricucire lo strappo con la società e a favorire il loro reinserimento sociale, attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Nel corso degli anni, le attività dell’Associazione si sono diversificate a seconda delle necessità e delle indicazioni dei direttori della struttura che si sono succeduti nel tempo, e sono sempre state realizzate in accordo con la Direzione della Casa Circondariale, con il fattivo supporto degli educatori e con l’indispensabile collaborazione degli agenti penitenziari. Da periodi di grande apertura, con la possibilità di svolgere attività all’interno delle sezioni, si è passati a momenti di assoluta “chiusura”, come durante la pandemia di Covid-19. Le attività hanno poi potuto essere riprese, ma inizialmente con forti limitazioni, sia di tempo che di numero di partecipanti ammessi.

Durante il periodo dell’emergenza sanitaria da coronavirus, l’Associazione, in collaborazione con Gruppo Abele di Verbania Onlus, ha aderito al progetto Ri-esco della Regione Piemonte, accogliendo alcuni detenuti in un appartamento locato a spese dell’associazione stessa. Ha inoltre fornito materiale per la sanificazione degli ambienti del carcere, mascherine, prodotti per l’igiene e la disinfezione personale. E anche in altre occasioni è venuta incontro alla richiesta di attrezzature ad uso dei detenuti (frigoriferi, congelatori, lavatrice-asciugatrice…).

La Casa Circondariale di Verbania è una struttura di modeste dimensioni che ospita mediamente 60/70 detenuti (oggi circa 80, quindi con accresciuto sovraffollamento). Oltre ai detenuti che devono scontare pene o residui di pena non superiori ai tre anni, ospita anche detenuti passibili di pene maggiori, in sezioni cosiddette “protette” (omosessuali ed ex forze dell’ordine).

Le attività dell’Associazione attualmente in corso

Attualmente l’Associazione conta 22 volontari che svolgono attività di vario tipo e offrono una serie di servizi di base e continuativi, come:

a) la fornitura di capi di vestiario, prodotti per l’igiene personale, oggetti di cancelleria, beni di conforto, dispositivi medici (es. occhiali), a favore dei detenuti in condizione di disagio. Tale attività comprende la gestione di un magazzino-guardaroba (biancheria intima, scarpe sportive, ciabatte per doccia, tute, giubbotti invernali, ecc.), l’acquisto degli articoli necessari, il controllo degli articoli offerti da privati, la predisposizione quindicinale dei pacchi con gli articoli richiesti, la consegna dei pacchi in carcere per il controllo, la distribuzione ai detenuti, a volte anche interventi urgenti in caso di necessità…

b) versamenti settimanali di piccole somme ai detenuti privi di risorse economiche, per minime spese indispensabili e per favorire i rapporti telefonici ed epistolari con le famiglie.

c) colloqui di sostegno, come disponibilità all’ascolto di chi ha bisogno di esporre le proprie problematiche o necessità concrete a cui è difficile rispondere positivamente, come ricerca di casa e lavoro in vista dell’uscita e del reinserimento.

Per diversi anni abbiamo offerto un servizio di sportello giuridico, ora interrotto per mancanza di volontari con le necessarie competenze. Lo sportello di consulenza per l’evasione di pratiche burocratiche (rinnovo documenti…) è oggi svolto da altra associazione. Un’attività che ci ha entusiasmato è stato il sostegno che alcuni volontari hanno offerto ad un detenuto permettendogli di proseguire gli studi, conseguire la maturità ed iscriversi poi all’università.

Attività significative svolte negli anni scorsi

Corso di fotografia: apprendimento dei primi rudimenti indispensabili per operare con l’apparecchio fotografico, realizzazione di una serie di fotografie significative dell’attività svolta, e conclusione con mostra a Villa Olimpia.

corso di storia locale: presentazione di alcuni aspetti storici del territorio attraverso testi, filmati, immagini e vari interventi dello storico locale Leonardo Parachini. Coinvolgimento dei partecipanti nello scambio di informazioni, esperienze ed emozioni relativamente ai luoghi di loro provenienza.

redazione del giornale del carcere, “Il Verba-li-no”: pubblicazione di quattro numeri (2019-2020); importante momento di aggregazione, oltre che di sforzo personale e collettivo di espressione, di riflessioni e di analisi di sentimenti, in forma narrativa, epistolare, poetica…

Le attività di lettura e scrittura creativa sono proseguite nel corso degli anni su argomenti e con modalità diverse, centrate a volte maggiormente sulla riflessione e l’analisi dei testi letti, a volte sullo sviluppo della capacità espressiva. Ricordiamo in particolare la redazione dei seguenti testi:

“Sei autori in cerca di personaggi”, in cui la fantasia dei partecipanti ha prodotto scenari e finali diversi partendo da una situazione data;

“Fine cena mai”, in cui le persone si sono impegnate, oltre che nella riflessione sul valore del cibo e della convivialità, anche nella descrizione di metodi “fantasiosi” per realizzare ricette gustose a fronte della scarsità di strumenti e di mezzi;

“Tornerò a sentire lunghi fischi di gabbiani”, caratterizzato dai ricordi di un passato cupo dominato dalla droga, ma a poco a poco illuminato dalla speranza di un futuro rasserenato.

La costituzione della biblioteca interna e la catalogazione dei libri hanno fin da subito impegnato le volontarie-insegnanti e hanno permesso, anche con l’aiuto di un detenuto “bibliotecario”, di attuare settimanalmente il prestito di libri ai detenuti. Le due “sale lettura” recentemente aperte all’interno delle sezioni si sono rivelate di difficile gestione, per cui si riporteranno i libri in un unico ambiente in cui riavviare il servizio di prestito.

Altri progetti continuativi

Cineforum: proiezione di film in dvd due volte al mese, la domenica pomeriggio, per offrire un momento comune di distrazione e al contempo di riflessione, attraverso breve presentazione e diffusione anticipata di locandina con recensione.

laboratorio manuale-creativo: nei periodi precedenti il Natale, creazione di biglietti augurali e decorazioni natalizie, un’attività insieme divertente e utile, che richiede creatività, concentrazione, attenzione.

corso di yoga-ginnastica posturale: avvicinamento allo Hatha yoga, possibilità per i partecipanti di vivere uno spazio di relax, una breve parentesi da cui escludere sentimenti negativi e in cui provare sensazione di calma e serenità in corpo e mente.

corso di origami, l’arte giapponese di piegare la carta in forme armoniose ed equilibrate, per favorire creatività e socialità, ma anche silenzio, riflessione e concentrazione, per tenere sotto controllo l’ansia quotidiana e scaricare tensioni e stress.

In momenti diversi e con alterni risultati sono inoltre state avviate altre attività, come: brevi corsi di carattere scientifico (es. sui vaccini), laboratorio di avvicinamento alla musica, corso di pallavolo e pallacanestro.

Un nuovo progetto: laboratorio teatrale

Già anni fa erano state attuate attività di teatro e di teatro-terapia. Ora (ottobre 2024) è stato avviato, su proposta e a carico dell’associazione, un corso di teatro condotto da un formatore della “Compagnia Teatro 4”. Finalità: fornire ai partecipanti le basi per padroneggiare al meglio il corpo e la voce, attraverso una serie di attività mirate, secondo un metodo che prevede aggregazione e collaborazione fra i partecipanti.

In occasione delle festività l’Associazione fa pervenire alle persone detenute un testo augurale e un “pacchetto dolce”… e organizza momenti di intrattenimento (tombola, karaoke, concerto bandistico…)

Adesione a progetti e collaborazioni con altri enti e associazioni: importanti sono per noi il sostegno e la collaborazione con altri enti non profit della città, come il Gruppo Abele di Intra, il Consorzio Servizi per il Territorio (CST), il comune di Verbania, la biblioteca civica Pietro Ceretti, le parrocchie San Leonardo e Santo Stefano di Pallanza, i garanti dei detenuti a livello comunale e regionale. Ed inoltre con la cooperativa sociale Il Sogno (“Banda Biscotti”, “Villa Olimpia”, “Casa Ceretti”) e l’Ente di formazione professionale Formont, per le attività di inserimento nel mondo del lavoro.

Sosteniamo le nostre attività tramite raccolte fondi e l’adesione a progetti e bandi di enti quali Fondazione Comunitaria VCO, Compagnia San Paolo, Regione Piemonte.

La Formazione dei volontari e la sensibilizzazione dei cittadini ai problemi di carcere e giustizia rientranotra le finalità dell’Associazione, che perseguiamo attraverso incontri con professionisti, educatori e psicologi (con creazione di fascicoli di approfondimento) e attraverso nostri interventi

negli istituti di istruzione secondaria di Verbania.

Ogni anno organizziamo nella collegiata di San Leonardo di Pallanza una “Serata don Donato” (in ricordo del fondatore dell’Associazione, Donato Paracchini), in collaborazione con l’Associazione degli ex insegnanti dell’Istituto Cobianchi di Intra. In tale occasione ricordiamo anche i molti volontari che in questi anni ci hanno lasciato, come Chiara Caretti, Giuseppina Minocci, Renata Rubini, Giuseppe Sbernini, Luigi Penna…

Il nostro desiderio è proseguire le nostre attività con sempre maggior impegno per far sì che la carcerazione non sia “tempo perso”, ma un’occasione di riscatto umano e sociale, come previsto dalla Costituzione del nostro Paese e dalla moderna concezione della pena detentiva.

Testi scritti dai detenuti tratti dal giornale della Casa Circondariale di Verbania “Il Verba-li-no”
Che succede… (di G.P. – redazione de “Il Verba-li-no – Verbania)

Che succede quando dai tutto a tutti e non ricevi niente da nessuno…
Quando ami a più non posso, senza sentirti amato mai…
Che succede quando di ciò hai la consapevolezza…
Quando lo somatizzi e senti quel senso di amarezza
per essere stato ciò che nessuno sarà mai,
per aver dato ciò che nessuno darà mai,
per aver tolto a te stesso, per il puro generoso intento
di veder felice qualcun altro,
l’impossibilità di essere felice…
Che succede quando il nemico di te stesso
sei tu stesso?

Sensazioni dal carcere (di J. P. – redazione de “Il Verba(li)no – Verbania)

Non avrei mai creduto un giorno di finire in carcere, eppure eccomi qui, proprio come chi crede che una malattia grave o la vecchiaia non possano toccare a lui. […] Per un tipo come me, cresciuto tra la brezza che rinfresca i boschi di montagna e il guizzo dei pesci di fiume e di lago, vedere soltanto cemento e sguardi vacui per ogni secondo di ogni giorno è pura tortura, aggravata dalla coscienza di aver sbagliato e di sentire giorni e affetti preziosi scivolare tra le dita come fossero acque di fonte in un caldo giorno d’estate. […] Io cerco sempre di essere in ascolto, silente, l’orecchio teso e la mente pronta a cogliere lezioni, perché per me la lezione sono gli altri. Spero un giorno, dopo aver raccolto i cocci di me stesso, di poter mettere da parte questa esperienza ambivalente, insieme terribile e rivelatrice, cercando di farne tesoro per il futuro. Vorrei anche ringraziare i volontari per il loro aiuto disinteressato, che permette ai detenuti di immaginare che l’abbandono sofferto sia solo un brutto ricordo. E questo, credetemi, non è scontato.

I soffioni

“Avevo un prato all’inglese di cui andavo fiero
ed ero ossessionato dai soffioni che combattevo con ogni possibile mezzo.
Così imparare ad amarli non fu facile.
Iniziai parlando con loro ogni giorno.
Cordiale. Amichevole.
Essi mi rispondevano solo con astioso silenzio.
Erano ancora addolorati per la guerra
che avevo intrapreso contro di loro.
Probabilmente
erano anche un po’ diffidenti circa le mie intenzioni.
Ma non ci volle molto
perché ricambiassero il mio sorriso. E si rilassassero.
E rispondessero persino a ciò che dicevo loro.
Ben presto diventammo buoni amici.
Il mio prato, ovviamente, era rovinato,
ma quanto divenne gradevole
il mio giardino!
Dio, noi ci sentiamo i soffioni diversi e sbagliati nel tuo prato,
facci sentire accolti.
Dio, il tuo prato inglese regolare non si vergogni
di averci ospiti: siamo le creature che esprimono i problemi
che il tuo prato ha.
Dio, soffia forte su di noi e disperdici nei tuoi prati,
non più come semi che fanno paura,
ma come semi del tuo Amore nel mondo.”

La preghiera “I soffioni” è stata scritta alcuni anni fa dai detenuti della Casa Circondariale di Verbania insieme a Don Donato Paracchini. L’amore per i più deboli, per i più fragili, per i diversi, per chi ha sbagliato è un amore sofferto e faticoso. È un sentimento difficile da coltivare e far crescere, in una società condizionata dalle paure e minata dall’intolleranza.

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